La ricerca della verità nel processo: La lezione dell’Aquinate
Il presente saggio intende mostrare l’attualità della dottrina tommasiana dell’adaequatio, illustrandone il contributo al dibattito contemporaneo sulla conoscibilità della verità nei processi. Essa, infatti, in virtù dei suoi fondamenti ontologici e gnoseologici, appare in grado di rendere ragione d...
Main Author: | |
---|---|
Format: | Print Article |
Language: | Italian |
Check availability: | HBZ Gateway |
Journals Online & Print: | |
Fernleihe: | Fernleihe für die Fachinformationsdienste |
Published: |
Serra
2024
|
In: |
Ius ecclesiae
Year: 2024, Volume: 36, Issue: 1, Pages: 293-310 |
Standardized Subjects / Keyword chains: | B
Thomas Aquinas 1225-1274
|
IxTheo Classification: | SA Church law; state-church law SB Catholic Church law |
Further subjects: | B
Truth
|
Summary: | Il presente saggio intende mostrare l’attualità della dottrina tommasiana dell’adaequatio, illustrandone il contributo al dibattito contemporaneo sulla conoscibilità della verità nei processi. Essa, infatti, in virtù dei suoi fondamenti ontologici e gnoseologici, appare in grado di rendere ragione della presunzione di oggettività dell’accertamento giudiziario senza soccombere alle obiezioni anticorrispondentistiche. In particolare, la dottrina tommasiana si dimostra capace di fornire una giustificazione adeguata della qualità epistemica dei risultati della ricerca della verità in ambito processuale, soprattutto perché, in combinazione con la riflessione sulla certitudo probabilis delle testimonianze, permette di coniugare la consapevolezza che in ambito giudiziario, come in ogni materia variabile e contingente, non possiamo raggiungere certezze assolute, con la convinzione di poter nondimeno sapere ciò che con più probabilità si è effettivamente verificato. This essay intends to show the relevance of the Thomasian doctrine of adaequatio, illustrating its contribution to the contemporary debate on the knowability of the truth in trials. In fact, by virtue of its ontological and epistemological foundations, it appears able to account for the presumption of objectivity of judicial assessment without succumbing to anticorrespondence objections. In particular, the Thomasian doctrine proves capable of providing an adequate justification of the epistemic quality of the results of the search for truth in the procedural context, above all because, in combination with the reflection on the certitudo probabilis of testimonies, it allows us to combine the awareness that in the judicial field, as in any variable and contingent matter, we cannot reach absolute certainties, with the belief that we can nevertheless know what most likely actually occurred. |
---|---|
ISSN: | 1120-6462 |
Contains: | Enthalten in: Ius ecclesiae
|